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Il fuoco ha bisogno della scintilla. La scintilla che segna la vita di Ettore De Santis è la notizia del rapimento di Giacomo Matteotti nel giugno del 1924. Un gesto in favore dell'Onorevole assassinato è capace di innalzare le mura che terranno in isolamento Ettore De Santis di Guardia Vomano. "Nei piccoli borghi il popolo fonda la sua idea del singolo sulle scelte di quest'ultimo". Chi era Ettore De Santis, detto Toruccio? Un uomo d'aspetto gracile con menomazioni alle mani e dolori reumatici per aver combattuto nella guerra del 1915-1918. Un eroe? Un uomo che si batte per una causa in un periodo in cui la prepotenza sostituisce la libertà di pensiero? No. Toruccio è un piccolo uomo e non solo fisicamente. Attorno a lui un paese altrettanto piccolo, un angolo di quell'Italia che ancora fatica a trovare una lingua comune; humus e come tale, nutrimento e putrescenza. "La zona era apparentemente tranquilla e a distanza di mezzo chilometro in linea d'aria, anche con il rumore della mola del frantoio, un grido umano poteva essere udito dalle abitazioni. Ettore De Santis, a sera, rientrava spesso dal viottolo campestre [...] Nella tarda serata del 13 novembre 1936 nessuno udì l'ultimo grido [...] che quell'uomo, piccolo di statura, magro e claudicante scagliò contro i suoi assassini."